“Se fallisce l’agricoltura, fallirà tutto il resto”
(M.S.Swaminathan, padre della Green Revolution in India)
Terremoti, uragani, inondazioni, siccità, pandemie : la Terra sta reagendo alla violenza con cui l’umanità l’ha trattata negli ultimi due secoli con fenomeni altrettanto violenti, che ci impongono di interrogarci sulla sostenibilità dei sistemi di produzione e di consumo di matrice capitalista.
Da oltre dieci anni ci occupiamo di agricoltura biodinamica, sia nel settore della coltivazione che in quelli dell’allevamento e della trasformazione, e riteniamo che ripartire dalla cura del suolo e degli animali per produrre un cibo sano, di qualità e che tuteli l’ambiente, sia la chiave per rifondare un sistema economico sostenibile, andando a restituire all’ecosistema terrestre ciò che, nello slancio entusiastico del progresso scientifico-tecnologico e del benessere consumistico, l’umanità ha sottratto.
L’agricoltura biodinamica fornisce un modello produttivo ecologico, che rispetta i principi del capitalismo naturale, capace di creare ricchezza e sviluppo sociale, in quanto consiste in un approccio olistico all’azienda agricola, considerata come un organismo in cui i processi naturali e le interrelazioni tra i singoli organi, quindi uomini e natura, determinano la salute, il benessere e la produttività dell’insieme.
Il metodo biodinamico nei suoi cento anni di storia ha mostrato efficacia ed efficienza in tutto il mondo nella coltivazione e nell’allevamento secondo pratiche agronomiche basate sul rispetto dei processi naturali e sulla cooperazione, che mirano a restituire fertilità ai suoli, dignità agli animali e libertà all’essere umano.
I prodotti da agricoltura biodinamica sono riuniti in un marchio internazionale, il marchio Demeter, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo e considerato sinonimo di qualità eccellente e sostenibilità.
Le comunità biodinamiche sorte intorno alle aziende agricole hanno mostrato eccellenti risultati in termini di sviluppo economico e sociale, anche in aree rurali del Sud del mondo come Africa, India e Brasile; il caso più virtuoso è la comunità di Sekem, in Egitto, dove l’imprenditore visionario Ibrahim Abuleish ha dato vita, a partire dalla fine degli anni Settanta, ad una vera e propria oasi nel deserto, che ad oggi riunisce oltre 7.487 Ha coltivati con metodo biodinamico (di cui 473Ha di proprietà del gruppo Sekem) e nel 2022 ha fatturato 707.7milioni di sterline egiziane.
“Siamo quello che mangiamo” diceva il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, noi crediamo che oggi questa frase sia particolarmente densa di significato, non solo perché, come già la medicina al tempo di Ippocrate suggeriva, ciò che ingeriamo può essere fonte di salute o di malattia per il nostro corpo, ma anche perché oggi vediamo bene come ciò che avviene nel nostro organismo sia un riflesso sul piano micro di ciò che accade a livello macro sul nostro corpo più grande : il pianeta.
Come disse Albert Einstein “i problemi non possono essere risolti dallo stesso atteggiamento mentale che li ha creati”, cambiare il modello economico è possibile, se avremo la forza ed il coraggio di trasformare il modello mentale che sta alla base dell’attuale sistema economico e saremo in grado di riarmonizzare lo sviluppo economico-sociale con la sostenibilità ambientale, imparando a vivere, produrre e consumare con un atteggiamento mutualistico nei confronti della natura e non a suo carico.
Citando Amory Lovins, fisico, ambientalista e saggista statunitense : “Sì, è vero, ho dei sogni. E tendono ad avverarsi”.1
1Amory Lovins, durante un’intervista rilasciata a Businessweek, rispose così ad un giornalista che considerava un’ utopia il suo modello di capitalismo naturale.
Per approfondire queste tematiche, Elena ha conseguito una laurea magistrale in Economia, con specializzazione nella sostenibilità, di seguito il link per scaricare la tesi di laurea contenente approfondimenti sul tema della sostenibilità sostenibilità economica, sociale ed ambientale in agricoltura, dove il metodo biodinamico si pone come modello di sostenibilità su tutte e tre le dimensioni chiave, come delineato dall’agenda 2030 dell’ONU, che individua le azioni da intraprendersi al fine di tutelare le generazioni future.